Cosa si intende per difficoltà relazionali

 

L’uomo è un essere relazionale. La qualità delle relazioni è determinante per il benessere, tuttavia per alcune persone i rapporti interpersonali possono essere una grande fonte di sofferenza.

Saper gestire tutte le relazioni in cui siamo immersi non è semplice! Ognuno di noi ha un modo personale di stare a contatto con il mondo, un proprio modo di vivere, comportarsi, pensare, stare con gli altri, affrontare le esperienze della vita.

Avere dei problemi relazionali con qualcuna delle persone che ci circonda è cosa normale, tuttavia se fare difficoltà diventata consuetudine e le difficoltà relazionali sono costanti della nostra vita allora è necessario fermarsi e approfondire quanto accade.

Il termine difficoltà relazionale indica la difficoltà nel trovare un equilibrio all’interno di una relazione o più tipi di relazione; fa riferimento ad un vissuto di difficoltà ad entrare e/o stare a contatto con gli altri, nonché a distaccarsi dalla relazione stessa.

Ovviamente non è possibile elencare in modo esaustivo tutti i problemi relazionali esistenti, ma farò degli esempi per farti capire cosa intendo: può accadere ad esempio che si provi un forte senso di inadeguatezza che conduce ad isolarsi dagli altri, oppure un senso di oppressione  che si avverte ogni qual volta la relazione diventi più intima che induca ad allontanarsi, oppure che si provi un senso di colpa che conduce ad essere eccessivamente disponibili ed accondiscendenti con gli altri, mettendo sempre al primo posto il loro bisogni prima dei propri, oppure, ancora, l’essere eccessivamente sensibili alla critica che porta ad esempio ad  una diffidenza verso gli altri.

Le manifestazioni delle difficoltà relazionali sono varie.

Queste possono includere problemi tra genitori e figli, oppure problematiche della relazione di coppia, o può riguardare le interazioni tra i colleghi, all’interno del gruppo di amici, del gruppo sportivo, ecc…

Ciascuno di noi, quando interagisce con un altro individuo, chiunque esso sia, elabora un insieme di rappresentazioni che riguardano il modo in cui verrà trattato, le reazioni dell’altro, l’esito di quell’interazione.

Se l’insieme delle rappresentazioni di sé e dell’altro e dunque del contatto relazionale è buono, avverrà un contatto relazionale soddisfacente, all’opposto se la rappresentazione di se stessi e dell’altro è deficitaria, svalutante, caratterizzata da sfiducia e aspettative negative, con molta probabilità l’incontro con l’altro verrà vissuto come difficile.

Dunque, l’uomo interagisce con realtà attraverso due aree di relazione:

la relazione con sé stesso e la relazione con gli altri.

Un concetto fondamentale è questo:
Se una persona è stata amata, sarà capace di amare sé stessa, apprezzandosi e sarà capace di amare gli altri, aprendosi alle relazioni.

Infatti, attraverso le prime esperienze con le figure significative, ogni individuo si misura con differenti modalità relazionali, che possono essere non solo amore, sostegno e protezione ma anche controllo, biasimo e critica, alcune della quali potrebbero risultare prevalenti rispetto ad altre e quindi più significative ed incisive.

Le prime esperienze relazionali sono la base a partire dalla quale la persona andrà a strutturare ciò che pensa di sé stessa, questo la influenzerà nell’avere determinati vissuti di fronte ad una particolare interazione e di conseguenza nel modo di porsi nelle relazioni con gli altri.

 

Alla luce di tutto ciò viene da sé che uno dei primi lavori che insieme al terapeuta sarà necessario fare sarà quello di approfondire le personali modalità di pensare, rappresentare se stesso e gli altri.

La consapevolezza delle rappresentazioni apprese è fondamentale per rispondere a 3 ordini di domane:

  • Quali emozioni si attivano quando ci si relaziona con gli altri?
  • Quali pensieri, percezioni o immagini emergono?
  • Cosa si aspetta di ricevere e cosa si sente in grado di trasmettere agli altri?

 

L’intervento terapeutico per chi ha problemi relazionali inizia proprio favorendo lo sviluppo  della consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza nel relazionarsi agli altri, nel conoscere le proprie modalità, nel prendere consapevolezza del funzionamento del proprio mondo interno.

(Per questo, per la sua centrale importanza ho dedicato al “nostro mondo interno” una sezione specifica di approfondimento su questo blog)

Affinchè possa svilupparsi consapevolezza, di fondamentale importanza, sarà la relazione terapeutica all’interno della quale sarà possibile sperimentare una modalità relazionale che possa fungere innanzitutto come spazio di osservazione ed esplorazione. Per chi ha problemi relazionali porsi in relazione con il terapeuta può essere un’esperienza davvero importante.

La relazione terapeutica sarà la base per poter fare un’esperienza emotiva correttiva degli schemi, delle rappresentazioni personali e del mondo, precedentemente appresi.

 

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