Dipendenza senza sostanza: di cosa parliamo

Dipendenza Affettiva: Perché si parla di dipendenza?

La dipendenza affettiva rientra nella categoria delle Nuove Dipendenze, che comprendono tutte quelle forme di dipendenza in cui non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica ma l’oggetto della dipendenza è rappresentato da comportamenti o attività che sono parte integrante della vita quotidiana, ad esempio come il gioco d’azzardo.

La dipendenza affettiva fa riferimento ad una difficoltà relazionale che vede l’attuarsi di tutte le caratteristiche della dipendenza da sostanze tanto da condividerne alcuni aspetti fondamentali. Vediamo insieme:

 

Nella dipendenza affettiva è presente, soprattutto nelle fasi iniziali della relazione un forte stato di Ebbrezza:
la sensazione di piacere che il dipendente prova quando è con il partner, gli è indispensabile per stare bene e non riesce ad ottenerla in altri modi. Soprattutto nelle prime fasi si può vivere immersi in uno stato di forte eccitazione ed idealizzazione del partner.

 

In seguito si svilupperà Tolleranza:
il dipendente via via che la relazione va avanti ricerca quantità di tempo sempre maggiori da dedicare al partner, riducendo sempre di più la propria autonomia e le relazioni con gli altri. I partner non di rado diventano esclusivi e totalmente immersi nella vita dell’altro. Ogni attività presente precedentemente all’incontro con il partner verrà messo in secondo piano per lasciare sempre più spazio alla coppia.

 

E poi, l’Astinenza:
l’assenza del partner (per qualsiasi motivo, anche per attività giornaliere e necessarie come ad esempio il lavoro) può far vivere uno stato di allarme. Talvolta il bisogno della presenza fisica dell’altro può essere talmente forte che si può avvertire la sensazione di esistere solo quando il partner è vicino.

Il partner è visto come l’unica fonte di gratificazione, e soddisfazione personale, è posto in cima alla lista delle priorità.

Non di rado questo tipo di contatto relazionale, dopo un primo momento di simbiosi, in cui tutto sembra andare a gonfie vele, conduce all’instaurarsi di una relazione connotata da insoddisfazione reciproca e difficoltà sia nel continuare a stare insieme tanto quanto nel lasciarsi.

Spesso questo tipo di relazione si impregna di critiche, ripicche, azioni controllanti, che inducono i due partner a vivere il momento della vicinanza con sofferenza; tuttavia nonostante la sofferenza i due partner o uno dei due vivrà una forte difficoltà a separarsi.

All’interno della relazione dipendente inoltre è possibile osservare il circolo vizioso comune a tutte le dipendenze. Un circolo caratterizzato da un ripetersi, un susseguirsi costante di impulso, azione e senso di colpa.  (Approfondisci cliccando qui  – articolo la dipendenza è un circolo)

Facciamo degli esempi semplicistici per comprendere meglio.

La difficoltà a stare nel rapporto come anche a lasciare andare quest’ultimo si manifesta in diverse modalità.

Facciamo l’esempio dei litigi: è possibile che uno dei due partner, come anche entrambi, a seguito di un vissuto emotivo scomodo, o di un evento inneschi un litigio che potrà indurre i due partner a litigare ferocemente.

L’inevitabile attacco all’altro, le eventuali critiche potranno indurre i due a comportarsi in maniera aggressiva l’uno verso l’altro, a sminuirsi a vicenda, a innescare discussioni a seguito delle quali la coppia vedrà l’attuarsi della rottura relazionale. Tuttavia la paura dell’abbandono, della solitudine, dei litigi, o del cambiamento, le paure personali di ciascuno indurrà i due, una volta calmate le acque, a provare un senso di colpa che li indurrà al riavvicinamento. Quest’ultimo non di rado verrà interpretato erroneamente come sinonimo di amore ancora presente.

 

Dunque, impulso all’attacco nei confronti dell’altro, messa in atto del litigio, e senso di colpa, caratterizzano, in questo caso la maggior parte dei contatti relazionali.

 

O ancora, vediamo il circolo della dipendenza sotto un altro punto di vista.

Facciamo l’esempio di una coppia in cui uno dei due partner venga lasciato dall’altro. Immaginiamo il soggetto immerso in uno stato di sofferenza che lo induca, senza possibilità di controllo a cercare ripetutamente il partner verso il quale sente una forte mancanza e un disperato bisogno di contatto. Sotto un impulso irrefrenabile il soggetto potrebbe prendere ad inviare molti messaggi, innumerevoli chiamate o tentativi di vicinanza verso l’ex partner, per poi, successivamente provare un forte senso di colpa per quanto messo in atto. Quest’ultimo tuttavia, non sarà sufficiente a non innescare in un secondo momento nuovamente lo stesso circolo di richieste e azioni.

Quindi, vediamo come il forte impulso, tipico dei tossicodipendenti, la messa in atto dell’ azione lesiva e controproducente, tipica di chi ricorre all’acquisto della sostanza e il successivo senso di colpa risultano essere presenti anche in determinate forme di contatto relazionale in cui a fungere da sostanza è la relazione stessa.

 

La relazione diviene così l’oggetto della dipendenza.

Ricapitoliamo:


  • La relazione viene inizialmente vissuta come fonte di immenso piacere, il partner è idealizzato ed è presente uno stato di ebrezza ed eccitazione.
  • I due diverranno presto esclusivi e trascorreranno sempre più tempo insieme
  • Dopo un periodo di tempo in cui tutto sembra andare bene la relazione diventerà fonte di sofferenza e difficoltà. Tuttavia, nonostante questo, i due faranno fatica a separarsi, o ancora, potranno innescarsi dinamiche di ricerca dell’altro tipiche di chi non può fare a meno dell’oggetto del suo desiderio.

 

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