Emozioni:L’importanza nei disturbi psicosomatici

 

Nel gergo comune, emozioni e sentimenti sono simbolicamente rappresentati dal cuore, visto come la sede “dell’animo umano”.

Tuttavia, esiste la certezza scientifica che al cuore spetta l’importante funzione biologica di pompare sangue, ossigeno e funzioni nutritive in tutto l’organismo, ma tale organo non ha a che fare con la fisiologia dell’emotività.

Piuttosto si ritiene che le emozioni abbiano sede in una specifica area del Sistema Nervoso Centrale chiamata Sistema Limbico.

Oltre al sistema limbico le emozioni sono anche connesse con un’altra importante parte del sistema Nervoso: il Sistema Nervoso Periferico. Tradizionalmente tutto ciò che sta fuori dal sistema nervoso centrale e cioè dal cervello e dal midollo spinale, viene definito sistema nervoso periferico che viene così suddiviso:

  • sistema somatico costituito da tutti i nervi che fuoriescono dal midollo spinale e raggiungono il sistema motorio e riportano indietro le informazioni sensoriali (sensibilità, dolore, calore)
  • sistema nervoso autonomo o vegetativo che è un sistema automatico di regolazione degli organi interni e si divide in: sistema SIMPATICO e PARASIMPATICO: eccitatorio l’uno, inibitorio l’altro

Vediamoli meglio:

Il sistema simpatico ha il compito di attivare le risposte di sopravvivenza alle minacce che vengono percepite; le ghiandole surrenali secernono gli ormoni dello stress come adrenalina, noradrenalina e cortisolo. Produce accelerazione del battito cardiaco, dilatazione dei bronchi, aumento della pressione arteriosa, vasocostrizione periferica, dilatazione pupillare, aumento della sudorazione (tutte risposte tipiche dell’organismo a una situazione di allarme, lotta, e stress)

Di contro il sistema parasimpatico che abbiamo poco sopra definito inibitorio è deputato di indurre il corpo in uno stato di riposo e calma.  Produce, infatti, un rallentamento del ritmo cardiaco, diminuzione della pressione, rallentamento della respirazione, aumento del rilassamento muscolare, (normale risposta dell’organismo ad una situazione di calma, riposo,  ed assenza di pericoli e stress).

Per semplificare tutto questo proviamo a dividere il

SISTEMA NERVOSO

in:

SISTEMA NERVOSO CENTRALE

POLSO:

Il polso verrà utilizzato per simboleggiare il tronco encefalico. A questo livello vengono regolate tutte le attività fisiologiche come il battito cardiaco, il respiro, tutte le attività involontarie come la fame la sete, il sonno, la sessualità, la difesa.

POLLICE:

Subito sopra abbiamo il sistema limbico che fa riferimento alla mente emotiva, che, per semplicità, chiameremo la parte che “sente”.

DITA:

Parte responsabile di dare significato alle esperienze che facciamo. Quest’area è logica e razionale.

SISTEMA NERVOSO PERIFERICO

MA A COSA SERVE TUTTO QUESTO?

Le emozioni possono essere definite come attivazioni fisiologiche che riflettono lo schema soggettivo il quale include un aspetto cognitivo (valutazione di significato personale dello stimolo), un aspetto somatico e una manifestazione comportamentale (risposta di varia natura allo stimolo emozionale).

In questo senso, è scientificamente assodato che siamo un impasto di emozioni e coscienza.

L’emozione dunque può essere vista come un intenso stato mentale che nasce in modo automatico nel sistema nervoso e coinvolge le aree del sistema nervoso periferico deputate all’attivazione/inibizione corporea.

Sulla base di quanto appena visto diventa evidente la stretta correlazione tra vissuto emotivo e la risposta corporea.

Quando una persona prova una determinata emozione, a livello fisiologico vengono innescate delle reazioni su cui non si ha alcun controllo: chi ha paura, ad esempio può presentare un improvviso aumento della sudorazione, tremore muscolare e accelerazione del battito cardiaco. Chi è triste può avvertire un calo di energia, un rallentamento della respirazione o una minore capacità di concentrazione.

Dunque, le emozioni possono essere espresse tramite il corpo

Il corpo è uno dei canali principali dell’esperienza emozionale. Tra corpo ed emozioni esiste uno stretto collegamento essendo le emozioni “innervate” nel corpo.

Si è visto che il rischio di incorrere in disturbi psicosomatici è maggiore quando lo stimolo stressante non arriva alla coscienza, quando è cronico e quando non si ha la possibilità di mettere in atto un comportamento, anche verbale in concomitanza con l’attivazione emotiva. Difatti chi soffre di disturbi psicosomatici fa fatica ad associare l’emotività alle sensazioni corporee, molto spesso non è a contatto con il proprio vissuto ed è, in via preferenziale, molto attento solo alle sensazioni corporee le quali non vengono adeguatamente interpretate.

Succede così, che il vissuto emotivo di chi soffre di disturbi psicosomatici non trova espressione se non attraverso la via della sofferenza corporea.

Somatizzare vuol dire mettere in atto un meccanismo tale per cui i processi psichici e le emozioni vengono trasformati in sintomi fisici coinvolgendo il sistema nervoso, endocrino e immunitario. La somatizzazione è alla base del disturbo psicosomatico ed evidenzia come il corpo sia un perfetto strumento di comunicazione di un disagio psichico.

Per questo è di fondamentale importanza accedere al vissuto emotivo alla base del sintomo somatico.

Quando parliamo di emozioni dobbiamo necessariamente fare riferimento all’integrazione

Integrare vuol dire completare aggiungendo gli elementi mancanti

Le emozioni non possono essere scisse dalla cognizione.

Ragione e sentimento non possono scindersi, bensì è fondamentale integrare i due aspetti.

Bisognerà interrogarsi, comprendere e integrare la ragione all’emozione e alla sua manifestazione corporea.

La psicoterapia in questo è notevolmente di aiuto.

INTANTO SPERO CHE QUESTA RIFLESSIONE TI SIA STATA UTILE

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