Ti sei mai chiesto: “come mai ti senti triste?“ o “come mai oggi sei felice? o ancora, come mai quella situazione che vivi da molto ti rende così arrabbiato?“
Siamo abituati a dare la responsabilità delle nostre emozioni agli eventi che ci accadono o alle azioni delle altre persone. Per esempio possiamo dire:
- “Sono triste perché sono sola a casa” oppure
- “Sono felice perché Tizio non mi ha telefonato oggi”
In realtà le emozioni che proviamo non dipendono da ciò che ci accade fuori, piuttosto da cosa accade dentro di noi!
Gli eventi della vita e le azioni delle persone intorno sono lo stimolo dei nostri sentimenti ma la vera causa sono i nostri bisogni che possono essere soddisfatti o insoddisfatti.
Se cerchiamo la parola bisogno sul dizionario leggiamo:
“Mancanza di qualcosa che sia indispensabile opportuna o necessaria“
Il bisogno è inteso come uno stato di carenza, può essere definito come una sensazione di insoddisfazione accompagnata dalla ricerca per rimuovere o attenuare la sensazione di privazione
I bisogni possono essere di vario tipo, esistono ad esempio i bisogni fisiologici come la fame, la sete, il sonno ed esistono i bisogni emotivi.
Tutte le emozioni collegano ai propri bisogni!
Tutte le volte che i bisogni emotivi vengono soddisfatti, o pensiamo che lo saranno proviamo emozioni piacevoli, al contrario quando percepiamo che i nostri bisogni sono inappagati o rischiano di esserlo, proviamo emozioni spiacevoli.
Questo avviene automaticamente anche se in quel momento non si è consapevoli di quel particolare bisogno.
Per tanto le risposte alle domande precedenti sono più veritiere in questo modo:
- “Sono triste poiché sento il bisogno di socialità che rimane insoddisfatto quando resto sola a casa”
- “Sono felice poiché sento soddisfatto il mio bisogno di apprezzamento quando entro in contatto con gli altri”
Pensiamo ad esempio a una persona che si arrabbia molto quando non viene invitata ad una festa o non viene chiamata per uscire. L’espressione tipica sarebbe:
- “Sono arrabbiata perché tu non mi inviti mai”
Se rileggiamo la rabbia alla luce dei bisogni emotivi personali possiamo ipotizzare come la frustrazione del bisogno di considerazione faccia sorgere emozioni scomode.
Dunque, l’emozione scomoda provata, la rabbia, porta con sé un’importante informazione personale:
- “Attenzione! il bisogno di sentirsi considerati è insoddisfatto”
In questo caso l’emozione scomoda della rabbia è una sorta di campanello d’allarme, una sirena, un’attivazione corporea che avverte della necessità di rifornimento rispetto ad un bisogno rimasto insoddisfatto.
Proviamo ad immaginare il nostro corpo come un contenitore all’interno del quale sono riposti i nostri bisogni; quando uno di questi è scarso il corpo avvisa tramite l’attivazione corrispondente. Ad esempio, nel caso appena descritto avvertire la rabbia e le sue manifestazioni corporee associate è il campanello d’allarme rispetto al fatto che il bisogno di considerazione è insoddisfatto.
Per questo, è fondamentale mettersi a contatto con le emozioni e identificare i propri bisogni come spinta verso il soddisfacimento delle proprie necessità.
Per ora qui, occupiamoci di imparare ad identificare i bisogni personali, e solo poi, in un secondo momento vedremo come prendercene cura!
Partiamo da qui:
- Chiediti come stai. Sempre! Tanto più spesso lo farai tanto più diventerà facile entrare in contatto con il tuo vissuto interiore.Se lavoriamo insieme sai che è la domanda con la quale apro tutti i colloqui. Imparare a verbalizzare le proprie emozioni è fondamentale per riuscire a comprendere esattamente di cosa si ha bisogno.
- Una volta identificata l’emozione cerca di starci un po’ a contatto. Spesso temiamo di sentire le emozioni scomode. Immaginiamo di doverle mandare via, di doverle eliminare. Non a caso spesso vengono definite negative! Le emozioni sono tutte necessarie, alcune sono comode, altre meno comode da sentire. Alcune ci producono reazioni piacevoli altre reazioni meno piacevoli, tuttavia tutte, se accolte, ci dicono qualcosa rispetto a noi stessi!
- Chiediti quale bisogno ti sta mostrando l’emozione che provi. Ricorda: ogni bisogno è legittimo ed ha diritto di esserci! Solo identificandolo potrai chiederti come soddisfarlo! (Poco più avanti vedremo quali sono i bisogni emotivi fondamentali)
Un esempio: Immagina di sentirti triste, irrequieto, frustrato. Cammini avanti e indietro per casa senti che ti manca qualcosa e ripensando a cosa è successo il giorno precedente comprendi di provare rabbia per la mancanza di supporto da parte del tuo partner.
La rabbia, la tristezza, le emozioni che provi dicono che avverti una mancanza, avverti un bisogno e il bisogno in questione è di supporto! Solo identificandolo potrai permetterti di fare qualcosa per soddisfarlo!
Se all’opposto eviti l’emozione spiacevole, o la lasci lì, non ti darai l’opportunità di conoscere le tue necessità tantomeno di soddisfarle!
Ma quali sono i bisogni emotivi di ciascuno di noi?
Secondo Jeffrey Young, l’ideatore della Schema Therapy, i bisogni emotivi primari possono essere raggruppati in 5 aree:
1- BISOGNO DI LEGAMI STABILI – ATTACCAMENTO SICURO
Bisogno di sicurezza, cure e protezione
L’attaccamento sicuro si instaura vivendo legami stabili in cui ci si sente al sicuro, protetti, amati, considerati, compresi.
Aver vissuto almeno un legame stabile dà la possibilità di sviluppare relazioni significative con l’aspettativa che i propri bisogni di protezione, sicurezza, amore, comprensione verranno soddisfatti.
Questo tipo di legame fornisce la base per poter contare in modo affidabile e prevedibile sugli altri.
Al contrario l’assenza di un attaccamento sicuro può significare l’interiorizzazione di una mancanza e dunque la lettura del mondo e delle relazioni in un’ottica di privazione: l’aspettativa che i propri bisogni non saranno soddisfatti, la paura per la separazione dalle persone ritenute importanti, l’incapacità di creare legami saldi e così via.
2- BISOGNO DI SENTIRSI AUTONOMI E COMPETENTI
Un senso di competenza e autonomia può essere acquisito se crescendo si sperimenta la possibilità di esplorare l’ambiente, di fare esperienze, prendere decisioni autonomamente, sapendo di poter contare su un legame saldo e stabile come fonte di protezione qualora lo si sentisse necessario. Al contrario se al bambino non viene concesso di fare da sé, o a causa del fatto che ci si sostituisce a lui o per via del fatto che si tende a riprenderlo con delle critiche in caso di errore, si tenderà a frustrare il bisogno di autonomia e senso di competenza. La frustrazione di questo bisogno potrebbe portare alla formulazione di un’immagine imprecisa di sé stessi e alla tendenza a dipendere dagli altri.
3- BISOGNO DI ESPRIMERSI LIBERAMENTE
Fin da piccoli è importante sentirsi supportati verso l’espressione dei propri sentimenti, pensieri. Quando i genitori comprendono le emozioni dei figli, accettandole come degne di attenzione li aiutano anche a regolarle e in questo modo si avrà l’opportunità di interiorizzare il messaggio per cui il proprio sentire è accettabile, non sbagliato, e la consapevolezza che i propri bisogni emotivi fondamentali verranno soddisfatti. Al contrario crescere in un ambiente in cui l’espressione non è favorita può portare ad accantonare le proprie esigenze e intenderle come sbagliate o immeritevoli.
4-BISOGNO DI SPONTANEITÀ E GIOCO
Se si è cresciuti in un ambiente rigido, doverizzante potrebbe non esserci stato spazio per il gioco e l’espressione spontanea e può succedere che si cresca pensando di dover inibire il bisogno di piacere, libertà o divertimento. Questo può portare al divenire adulti con difficoltà ad essere spontanei, a non avere hobby o non aver sviluppato preferenze ed essere orientati principalmente verso il lavoro e i doveri.
5- BISOGNO DI LIMITI REALISTICI E AUTOCONTROLLO
Bisogno di avere una chiara e sana autodisciplina
I bambini che non sperimentano limiti adeguati e che non vengono abituati a rispettare le regole possono assumere comportamenti rischiosi e possono diventare adulti non in grado di tollerare la frustrazione derivante dalla non gratificazione immediata dei propri desideri. Anche la situazione opposta cioè quella di vivere troppi limiti imposti non consente al bambino di sviluppare un chiaro e sano modello di auto-disciplina a cui attingere nelle situazioni della vita.
Si nasce tutti naturalmente a contatto con la propria esperienza emotiva, tuttavia crescendo può succedere che si impari a fare a meno dei propri bisogni poiché in contrasto con il proprio ambiente.
Facciamo un esempio semplicistico:
Se da bambini si è spaventati si sentirà il bisogno di rassicurazione, ma qualora l’ambiente circostante in modo sistematico rispondesse con la frustrazione del bisogno in questione, il bambino imparerà ad ignorare ciò che sente, farà a meno della rassicurazione, e con il tempo potrà “spegnere” quel bisogno fino a non essere più a contatto con la propria esperienza interiore.
Sembrerà strano, ma è molto frequente ritrovarsi all’interno di questo meccanismo senza nemmeno rendersene conto.
Quante volte ti è capitato di dirti che avevi bisogno di una data cosa e, nello stesso tempo, di mettere a tacere quel bisogno perché non era compatibile con le richieste del tuo ambiente?! Tanto più il bisogno rimarrà insoddisfatto, tanto più verrà ignorato, tanto meno sarà facile nel tempo sentirlo come proprio.
Siamo cresciuti con una gamma di bisogni a cui è stata data una risposta soddisfacente e altri che non sono stati riconosciuti, validati, accolti dalle persone che si sono prese cura di noi.
Alcuni bisogni possono essere stati malintesi ovvero le nostre richieste possono aver ricevuto risposte non coerenti con ciò che desideravamo.
È opportuno ripensare alle difficoltà personali come alla possibilità di portare l’attenzione sui propri bisogni frustrati così da metterli in primo piano ed avere finalmente l’occasione di prendersene cura!
Dunque
Quando vivi una situazione scomoda, quando soffri per un avvenimento chiediti sempre:
- Di cosa sento maggiormente il bisogno rispetto a ciò che mi sta accadendo?
Spero che tutto questo possa esserti di aiuto
Se hai domande o vuoi approfondire usa il box che ti lascio qui sotto!