Il Percorso Terapeutico: Cosa Aspettarsi e Chi Potrebbe Non Essere Pronto

Sempre più persone si rivolgono ad un terapeuta con il desiderio di sentirsi meglio, di risolvere problematiche che li affliggono da tempo, tuttavia spesso non hanno una chiara comprensione di cosa implichi realmente la terapia. Questa mancata conoscenza può portare a frustrazione o addirittura al fallimento del percorso terapeutico.

La psicoterapia è un viaggio complesso e profondo che può portare a significativi cambiamenti personali e a un miglioramento del benessere psicologico. Tuttavia, il percorso terapeutico non è sempre il più indicato per tutti, e spesso le aspettative irrealistiche o una scarsa comprensione di cosa la terapia comporti possono portare a delusioni o a una prematura interruzione del processo. Per evitare queste situazioni, è essenziale che chi si avvicina alla psicoterapia comprenda a fondo cosa aspettarsi e valuti con sincerità la propria motivazione e disponibilità a intraprendere questo cammino.

 

Le Aspettative Irrealistiche sulla Terapia

Un aspetto cruciale da considerare è la natura delle aspettative che si hanno riguardo alla terapia. Molte persone si avvicinano alla psicoterapia con l’idea che il terapeuta abbia la soluzione per risolvere i loro problemi o che basti parlare un paio di volte per sentirsi meglio. Spesso difatti si immagina la terapia come una chiacchierata, uno sfogo con qualcuno che ci ascolti. Tuttavia questa è una visione estremamente semplificata e talvolta irrealistica del  lavoro terapeutico.

La psicoterapia richiede tempo, impegno e pazienza. È un processo che si svolge a tappe, e il cambiamento profondo non avviene dall’oggi al domani. Il terapeuta non è un guaritore, tantomeno una persona con cui fare due chiacchiere deputata solo all’ascolto.

Fare terapia significa esplorare aree della propria vita e della propria mente che possono risultare dolorose o scomode, affrontare resistenze interne e mettere in discussione abitudini e convinzioni radicate. Perciò, chi si avvicina alla terapia con l’aspettativa di soluzioni rapide o con la speranza che il terapeuta faccia tutto il lavoro rischia di rimanere deluso.

La Motivazione: Il Motore del Cambiamento

Un altro elemento essenziale è la motivazione. Entrare in terapia richiede un genuino desiderio di cambiamento e la volontà di impegnarsi nel processo. Questo significa essere disposti a fare fatica, a riflettere su di sé, a esplorare nuove prospettive e a mettere in discussione vecchie abitudini. La motivazione è il motore che alimenta il percorso terapeutico e, senza di essa, il processo può stagnare.

Spesso, però, la motivazione non è sufficientemente forte o chiara. Alcune persone intraprendono la terapia perché spinte da altri (familiari, partner, amici) o perché desiderano una conferma esterna della loro visione del mondo o dei loro problemi. In questi casi, la terapia può diventare inefficace o addirittura controproducente, poiché non vi è un reale interesse nel cambiamento o nella crescita personale.

Chi Non È Pronto per la Terapia?

Ci sono alcune caratteristiche personali che possono rendere una persona non adatta, o almeno non ancora pronta, per un percorso terapeutico. Tra queste possiamo trovare:

 

  • Resistenza al Cambiamento: Alcune persone non sono disposte ad affrontare il cambiamento. Questo può derivare da una paura di scoprire verità scomode su se stessi o sulle proprie relazioni, o dalla preoccupazione che il cambiamento possa destabilizzare equilibri precari. Si può anche essere consapevoli delle proprie difficoltà, ma nonostante ciò, evitare attivamente di affrontarle. Nella mia pratica clinica mi è capitato più volte di relazionarmi con persone le quali, pur facendo richiesta di aiuto, non erano disposte ad affrontare le  problematiche attivandosi personalmente. Quest’ultime pur facendo richiesta di cambiamento non erano realmente disposte a mettere in campo azioni personali per vedere realizzarsi quando desiderato.  Non si è sempre disposti a  vivere la scomodità e la fatica del cambiamento.

 

  • Attribuzione di colpe esterne e volontà di cambiare l’altro: Chi si percepisce costantemente come una vittima delle circostanze, senza mai assumersi responsabilità, può avere difficoltà a trarre beneficio dalla terapia. La psicoterapia richiede una certa dose di responsabilità personale e la disponibilità a riconoscere il proprio ruolo nelle proprie difficoltà.  C’è chi potrebbe fare fatica a riconoscersi come protagonista delle proprie dinamiche e attribuire  agli altri o alla “sfortuna” la causa delle proprie difficoltà senza l’intenzione di approfondire questa modalità, questa visione personale. In tal caso vi è una chiara mancanza di interesse o volontà di analizzare le proprie azioni o scelte.

 

  • Mancanza di Impegno: La terapia richiede costanza e impegno. Questa mancanza di impegno può manifestarsi in vari modi, come ad esempio partecipare alle sedute senza riflettere o fare introspezione; evitare di esplorare temi profondi o dolorosi, mantenendo un approccio distaccato.  Nella mia pratica clinica mi è capitato di conoscere persone che ritenevano bastasse essere venute in terapia per aver fatto la propria parte di lavoro, o ancora, ho conosciuto persone che ritenevano di essere lì per esporre il loro problema a me, e credevano finita lì la loro parte di lavoro e responsabilità.

 

  • Ricerca di Soluzioni Immediate: Come accennato, la psicoterapia è un processo lungo e complesso. Chi cerca soluzioni immediate e non è disposto a stare nel processo terapeutico può fare fatica a trarre beneficio.  Anche scoprire quali sono i propri tempi per giungere alle proprie risposte o soluzioni personali fa parte del lavoro e non tutti sono disposti a guardare verso se stessi con così tanta curiosità o volontà di conoscersi. Spesso si cercano soluzioni facili, risposte veloci senza considerare la complessità delle dinamiche psicologiche. La terapia è profondità e complessità tanto quanto lo è il funzionamento umano.

 

  • Assenza di Autocritica: La terapia spesso comporta l’esplorazione delle proprie dinamiche interne. Chi non è disposto a mettersi in discussione o a guardare con onestà alle proprie azioni, a prestare attenzione ai propri pensieri e approfondire la propria emotività potrebbe non essere pronto per un percorso terapeutico.

 

  • Conflitti Interni Non Riconosciuti: Alcuni individui potrebbero non essere pronti per la terapia perché sono inconsapevoli o non riconoscono i loro conflitti interni.Segnali possono includere:
    • Estrema razionalizzazione: Ridurre tutto a una logica fredda, evitando di affrontare le emozioni.
    • Rifiuto dell’idea di avere problemi: Negare l’esistenza di un problema o minimizzarne l’impatto

Il percorso terapeutico può essere straordinariamente trasformativo, ma richiede  un impegno che non tutti sono pronti a sostenere.

Prima di iniziare la terapia, è importante riflettere sulle proprie aspettative, sulla propria motivazione e sulla disponibilità a mettersi in gioco.

Comprendere che la terapia non è una soluzione rapida, ma un cammino di crescita personale, può fare la differenza tra un’esperienza frustrante e una positiva.

Se senti di essere pronto ad affrontare questo viaggio  allora la terapia può offrirti strumenti preziosi per migliorare il tuo benessere e la tua vita.

Tuttavia, se non sei ancora disposto ad affrontare certi aspetti di te stesso, potrebbe essere utile considerare altri percorsi.

 

Per comprendere tutto questo, per esplorare se è di terapia che senti davvero il bisogno o se per il momento è meglio avvicinarsi alla conoscenza personale tramite altre modalità,  ho pensato di fornire un Servizio di Consulenza Singola. Un servizio con cui comprendere insieme qual è  l’opzione migliore per te.

Non essere pronti per la terapia non è una condanna, ma un’indicazione che potrebbe essere utile esplorare altre forme di supporto o avvicinarsi al lavoro terapeutico con altre modalità.

 

 

Usa il box che ti lascio qui sotto per la consulenza singola o per scoprire altre forme di lavoro che ho pensato di proporti!

Approfondisco con la Consulenza Singola

Scopro altre modalità di lavoro